Sia la programmazione che la valutazione sono processi complessi perché hanno implicazioni logiche che vanno oltre l’adempimento delle normative ed entrano, invece, in scelte varie che sono connotate da idee e indicazioni date dai decisori e dai responsabili che orientano gli ordini di priorità e, in generale, definiscono cosa sia “bene” e cosa invece non lo sia. Per questo è sfidante creare un sistema che standardizzi il modo di leggere il benessere di un territorio e di una popolazione.
In mezzo, tra la programmazione e la valutazione, si trova uno strumento-chiave che è il bilancio, prodotto –almeno in linea teorica- sulla base delle scelte strategiche che le amministrazioni fanno per aumentare il benessere dei cittadini. Non sempre però la lettura del bilancio di un Comune o quella del DUP raccontano in maniera comprensibile le scelte e la strategia utilizzata dagli enti per migliorare il benessere dei cittadini.
Per questo la sperimentazione di IFEL e dall’Università Politecnica delle Marche ha come fine quello di far dialogare i tre strumenti: DUP, bilancio e BES.
Come? Il gioco è quello di partire dall’associazione tra un indicatore del BES e una ed una sola missione/programma (dove possibile) tra le 12 del bilancio. Il criterio con il quale scegliere l’associazione è quello di individuare nell’indicatore, l’output di un’azione / programma / attività / progetto; di leggerlo come risultato e non come input. Può sembrare una forzatura ma questo criterio logico aiuta a definire un ordine per il quale, data una causa si genera un effetto.
Facciamo un esempio: La misura del benessere “Rischio di Povertà” va considerata come output della missione: 12.DIRITTI SOCIALI, POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA. Pur se le politiche di contrasto alla povertà possono essere attuate destinando capitoli di spesa che ricadono in diverse missioni di bilancio. Nelle spese messe in campo per la missione 14.SVILUPPO ECONOMICO E COMPETITIVITA’, oppure per la missione 15.POLITICHE PER IL LAVORO E LA FORMAZIONE PROFESSIONALE. O ancora con misure si riduzione tariffaria per i servizi scolastici.
Cioè è possibile riconnettere vari interventi del Comune ad un uno obiettivo di benessere, misurabile da un indicatore, che è a sua volta il vero obiettivo della politica sociale del Comune, pur se realizzato da varie misure.
L’obiettivo finale è quello di integrare nel DUP una matrice delle politiche che permetta di capire tali connessioni.
I vantaggi di questo strumento sono evidenti:
- primo vantaggio immediato è quello di una migliore comprensione delle politiche implementate dagli enti locali e una maggior comunicabilità delle stesse agli stakeholders;
- secondo vantaggio è che connettendo le politiche con degli indicatori misurabili si agevolano processi di valutazione delle politiche stesse, permettendo alle amministrazioni di aumentare l’efficacia (in primo luogo) delle loro decisioni.
Siamo ora a metà della sperimentazione. #staytuned